LA DANCALIA, IL TIGRAY E LA CITTA146 BIANCA DI HARAR

ProfiloItinerarioEspertiApprofondimentiLinea di viaggioHeritageDestinazioneEtiopiaDurata13 GiorniPrezzo a partire da 4.350PartecipantiMinimo 10 massimo 14 partecipantiPartenze2019Dal 26 dicembre al 7 gennaio2020Dal 2 febbraio al 14 febbraioIl lago surreale di Dallol, le carovane della piana del sale, limpressionante caldera del vulcano Erta Ale. E ancora le capanne delletnia Afar, la fossa dancala con le sue particolarit geologiche, il sultanato musulmano di Harar con le influenze arabo-yemenite. Un viaggio alla scoperta della Dancalia, una regione inospitale ma straordinariamente affascinante. Per fare trekking nei letti asciutti dei fiumi, veder sfilare asini e cammelli nei canyon, arrampicarsi sulla cima - continua -GIORNO 1Milano Malpensa - Addis AbebaPartenza in serata da Milano Malpensa con il volo notturno Ethiopian Airlines su Addis Abeba. Pasti e pernottamento a bordo, arrivo previsto il mattino seguente.GIORNO 2Addis Abeba - volo per Makall - Trasferimento verso Awzen o AdigratIl volo atterra in prima mattinata nella capitale etiope. Dopo lespletamento delle formalit di ingresso nel Paese ci si trasferisce al settore delle partenze nazionali per la coincidenza con il volo diretto a Makall.Da Makall, capoluogo della regione del Tigray, si comincia il trasferimento verso il territorio delle ambe, in direzione di Adigrat, dove si trovano le chiese rupestri pi interessanti.Sistemazione in albergo. Pensione completa.a seconda dei viaggi, in relazione alla definitiva conferma dell orario del volo da Addis Abeba a Makall, durante questa giornata si consumer il pranzo nella capitale oppure, se possibile, all arrivo a Makall.GIORNO 3Gheralta Chiese rupestri di Abuna Abraha, Degum Sellassie, Abraha AtsbehaDedichiamo questa giornata alla visita delle interessantissime chiese dellAmba rossa. Si inizia con unescursione impegnativa, ma senza dubbio unica, la visita della chiesa rupestre di Abuna Abraha conosciuta anche col nome di Debre Tsion. La salita per raggiungere la chiesa, lungo il crinale dell Amba, presenta alcuni passaggi che richiedono una certa elasticit. In circa unora e venti minuti di cammino si raggiunge la cima. Il dislivello totale di circa 200 metri. Il piano che si allarga sulla montagna domina tutto il territorio sottostante. L interno della chiesa ha una navata centrale e due laterali con diverse colonne e cupole scolpite. I dipinti sono vivaci e hanno bei colori tendenti al verde o al blu . Dopo la discesa, visitiamo le altre chiese importanti del Gheralta. La chiesa di Degum Sellassie, raggiungibile da tutti, considerata dagli esperti l opera rupestre pi enigmatica, pi curiosa e pi interessante. Degum Sellassie contiene al suo interno una vera e propria cripta e ci avvallerebbe la teoria secondo cui gli scavi rupestri siano nati come sepolcri e solo in un secondo momento, con la diffusione del cristianesimo, abbiano assunto il valore religioso e la forma di chiesa. Terminiamo la giornata con la visita della chiesa di Abraha Atsbeha, facile da raggiungere e con particolari architettonici e pittorici completamente diversi da quelli visti fino ad ora. Dal punto di vista architettonico interessantissimo l innesto del portico, costruito dagli italiani nel 1928, alla roccia frontale della chiesa rupestre. E un connubio molto strano la fusione della linearit dell architettura coloniale con la semplicit naturale dello scavo antico nella pietra arenaria. All interno l arte figurativa quella in linea con lo stile Gondariano dove i colori forti e i contrasti sono parte innovativa nel contesto pittorico etiope.Al termine di queste visite proseguiamo verso Awzen o Makall a seconda della disponibilit alberghiera. Sistemazione in hotel, pensione completa. Pranzo picnic.GIORNO 4Le chiese rupestri di Medhane Alem Kesho e Micael Milazenghi - Birhale - MelabdayMattinata dedicata alla visita delle chiese rupestri di Medhane Alem Kesho e Micael Milazenghi. Questa giornata un passaggio fondamentale del nostro viaggio laltopiano con i suoi terrazzi naturali sprofonda nella depressione dancala e apre lo sguardo su nuovi scenari. Scalino dopo scalino, laltopiano decade in falesie verticali e scopre la sezione della grande frattura della Rift Valley. Dalle terre in quota alle terre basse cambia tutto, cambiano i villaggi, cambia la vegetazione, cambia la gente. Il punto di contatto con il nuovo territorio che andremo a visitare Birhale a circa 500 metri di quota. Siamo scesi di quasi duemila metri dal livello delle terre alte dEtiopia. Birhale il primo villaggio di scambio del sale, il punto di scarico della maggior parte delle carovane. Oggi un centro in via di trasformazione qui si ottengono i permessi per poter viaggiare nelle terre delle popolazioni dancale. Dopo Birhale la strada diventa una pista che finisce dove ha inizio il canyon del fiume Saba. Oltre questo punto, un piccolo villaggio chiamato Melabday, passano soltanto carovane di asini e dromedari e uomini a piedi Campo, pensione completa.GIORNO 5Trekking da Meladbay ad Assobole e continuazione per Ahmed ElaLa carovaniera, penetrando nel canyon, scende nel cuore della Dancalia. Il letto del fiume Saba il passaggio secolare del trasporto del sale, la via naturale per andare e venire dalla piana della depressione all altopiano. Asini, dromedari e uomini scendono e risalgono il canyon. Dedichiamo buona parte della giornata alla camminata lungo il torrente che dallultimo scalino dellaltopiano scende verso la piana salata. In verit la pendenza della vallata del torrente quasi impercettibile. Si cammina per cinque o sei ore. La difficolt maggiore la necessit di guadare molto frequentemente la poca acqua del torrente. Si tratta di circa 15 km di cammino. Talvolta ci accompagnano le carovane di dromedari che scendono veloci e trasportano carichi leggeri di foraggio che servir per nutrire gli animali al ritorno, altre volte si incrociano carovane che risalgono con il carico di tavolette di sale. Lungo questa strada millenaria, vivono piccole comunit di Afar che assistono all incessante marcia di uomini e animali.Nel pomeriggio si arriva ad Assobole, dove finisce la parte pi stretta del fiume e dove troviamo le auto ad aspettarci.Da Assobole si prosegue in macchina fino ad arrivare ad Ahmed Ela, ultimo villaggio della Dancalia etiopica prima della frontiera con lEritrea e luogo dove vivono insieme Afar e tigrini quotidianamente impegnati nel lavoro di produzione del sale. Ogni mattina allalba, operai ed animali lasciano il villaggio per raggiungere i campi di estrazione nella piana salata, ogni sera rientrano dalle loro famiglie. Alcune carovane sostano ad Ahmed Ela per passare la notte e allalba riprendere il cammino nel canyon che li porter a Meladbay e Birhale.NB Ahmed Ela lunico posto dove pernottare per intraprendere il giorno seguente le visite della depressione.NB Le carovane del sale si stanno per estinguere. Questo percorrere il canyon di animali e uomini purtroppo destinato a sparire, uno spaccato di vita con le ore contate. Forse gi a breve non esisteranno pi le carovane del sale, sostituite dalle grosse multinazionali che da tempo hanno fiutato lenorme business del potassio. Gli uomini Afar diventeranno loro malgrado dipendenti delle compagnie e questo mondo primordiale ceder il passo al futuro incalzante. E difficile prevedere cosa accadr effettivamente alla data in cui abbiamo previsto le partenze per questo viaggio. Sar nostra premura modificare litinerario se necessario eliminando il trekking e prevedendo lo spostamento in auto.E richiesto un buon spirito di adattamento per questa notte e la successiva al campo di Ahmed ElaCampo, pensione completa.GIORNO 6Ahmed Ela- Dallol- Assale- Ahmed ElaQuesta giornata si sviluppa proprio nel cuore della Dancalia. Quello che si vede in questa parte di territorio non lo si pu vedere in nessun altro posto del mondo. Sono luoghi emozionanti, impressionanti, unici.Verso Est e Nord Est si estende piatta e bassa la piana del sale. Nelle cartine italiane del Touring degli anni 30 tutta quella fascia chiara che si estende longitudinalmente per una lunghezza di circa 100 chilometri e per una larghezza di circa 30 chilometri chiamata Piano Salato. Si a 100 metri sotto il livello del mare, siamo in un antichissimo braccio del Mar Rosso che movimenti tellurici, rialzando una barriera, hanno isolato dal resto del bacino rendendolo un lago interno che evaporando non ha lasciato altro che sale. Gli esperti dicono che vi siano centinaia e centinaia di metri di sale sotto la superficie. Su questa enorme massa di sale lacqua affiora dalla superficie con laria umida che arriva dal mare , scompare invece quando soffia laria pi secca dallaltopiano. Questi sono la piana salata ed il lago Assale.Cominciamo la nostra giornata dirigendoci verso settentrione. Sulla pista si incontrano i campi del sale animati da scavatori al lavoro e dagli animali in attesa del carico. Il sale estratto sempre e solo quello di superficie. Una volta esaurita una certa area ci si spostano tutti verso una zona nuova e lavorano in comunit composte da diversi sottogruppi con diverse competenze.La piana del sale, in questo tratto piuttosto terrosa, conduce ad un rilievo che nasconde la meraviglia di Dallol. Bisogna salire lungo il leggero pendio. Dallol non uno spazio molto esteso come alcuni servizi fotografici ci portano a credere. Si incontrano salendo le prime formazioni di sali cristallizzati che hanno creato come campi di funghi o bacini di fiori di loto dalle venature gialline dei residui sulfurei..ma bisogna arrivare in cima al pendio per cogliere un insieme di colori impressionante. Nell acqua di qualche piccola pozza color blu pastello intenso affogano coni di incrostazioni gialle, rosse, violaLo zolfo, il ferro, il manganese una tavolozza di colori indescrivibile che non si incontra in nessunaltra parte della terra. La visita di Dallol dura un paio di ore e dopo il catino di colori surreale si passa alle cosiddette torri di sale un insieme di blocchi di sale e gesso di decine di metri , come formazioni di rocce arenarie, scavate dall acqua che offrono occasioni di scorci fotografici molto particolari. Una volta ultimata l esplorazione di questi angoli di Dancalia continueremo il nostro viaggio quotidiano verso quello che gli etiopi chiamano Lago Termale un bacino dacqua animato da soffioni gassosi dove i sali cristallizzano lasciando strisciate di ruggine sui blocchi cristallini in formazione. Il Lago Termale un altro dei momenti indimenticabili della Dancalia. Gli odori dei gas, il rumore dei soffioni, il colore dellacqua sono un insieme curioso, ma piuttosto inquietante.E come assistere a qualcosa di primordiale, una natura molta intima e segreta della nostra terra, forze incontenibili e insospettabili che si muovono nelle sue viscere e che solo in questi posti riusciamo a guardare ed ascoltare da vicino. Concluderemo la giornata scendendo un po a sud di Dallol verso il lago Assale. Il sale cristallizza nella piana bianca creando sulla superficie una serie infinita di ottagoni adiacenti. Qui il sale puro, il velo dacqua del lago Assale va e viene a seconda dell umidit dellaria. Raggiungiamo due roccioni isolati nel mezzo della piana. Intorno solo il Piano Salato il cui bianco accecante, quando il vento porta l aria umida del mar Rosso, esaltato da un leggero velo di acqua riflettente. Al termine di questa escursione faremo ritorno verso il campo di Ahmed Ela. E lora del ritorno delle lunghe carovane del sale.Campo, pensione completa.GIORNO 7Ahmed Ela- Erta AleLasciamo Ahmed Ela e, viaggiando verso Sud, aggiriamo le terre basse e polverose ai piedi della catena di vulcani fino al villaggio Afar pi importante a ridosso dell Erta Ale dove, obbligatoriamente, occorre accordarsi col capriccioso capo villaggio per il numero di dromedari, il numero di militari e di guide che accompagneranno la nostra salita sulla cima del vulcano. Al termine delle trattative si riprendono le auto e percorrendo un tratto di pista molto lento, si raggiungono le pendici dell Erta Ale. Nel tardo pomeriggio si parte per percorrere a piedi il sentiero di avvicinamento alla caldera. Per chi abituato alle camminate, la salita dell Erta Ale non un percorso difficile , ma per chi sovrappeso o non abituato a muoversi, potrebbe rivelarsi una esperienza faticosa. Normalmente sono necessarie due ore al massimo per raggiungere la cima del vulcano. Si arriva che ormai buio, ma facciamo una prima discesa notturna nella caldera. E difficile usare degli aggettivi per definire il vulcano Erta Ale. Non c nientaltro di cos potente, unico ed inquietante come il lago di lava fusa ribollente, alimentata da forze sotterranee e potentissime. Le folate di odori solforosi che risalgono dal pozzo di magma, il rosso rutilante che sboccia ed esplode in bolle enormi , la natura pi segreta e profonda della Terra. E qualcosa che supera il pensiero logico e si fonde con le sensazioni personali pi inconsce, profonde e antiche. LErta Ale ipnotizza, come come capita quando si guarda a lungo il fuoco. Pernottiamo in cima , protetti dal vento, dentro recinti costruiti con blocchi lava. Pensione completa.NB L Erta Ale un vulcano attivo, vero. Questa espressione non un semplice modo di dire, significa invece che , come tutte le forze potenti della natura, mutevole ed imprevedibile. Occorre salire in gruppo e avvicinarsi al cratere seguendo le direttive del Tour Leader senza agire in maniera autonoma.LErta Ale noto in particolare per il grande lago di lava nella depressione sommitale del vulcano, la sua caldera, a cui deve il soprannome di porta dellinferno, ma altres noto per essere un vulcano capriccioso. A volte la bocca del vulcano fuma soltanto senza fuoriuscita di lava, altre volte si creano nuovi flussi di materia fusa da fratture secondarie non sempre facili da raggiungere.GIORNO 8Erta Ale - AfreraCon le prime luci dellalba scendiamo ancora una volta nella caldera, la bocca del vulcano, che con la luce del giorno offre altre immagini fotografiche e indimenticabili sensazioni.Terminata lescursione iniziamo la discesa per ritornare al campo base dove ci attendono le auto.A fine mattinata si riparte sulla pista ai piedi del vulcano Ale Bu in direzione sud-est, attraversando aree nerastre di grandi versamenti lavici e zone erbose dove talvolta si scorgono fuggire gazzelle e struzzi. Dopo poche ore di viaggio si giunge al bordo del lago Afrera, denominato lago Giulietti sulle carte italiane depoca. un piccolo bacino dalla forma oblunga collocato in posizione longitudinale con una lunghezza di circa 20 chilometri ed una larghezza massima di circa 7 chilometri. La sponda meridionale dominata da una montagna vulcanica la cui altezza sfiora i 1300 metri. Afrera un altro punto molto importante per la produzione di sale. Mentre intorno a Dallol il sale viene estratto a lastre dalla superficie della piana, ad Afrera il sale viene prodotto nelle saline pompando lacqua dal lago e lasciandola evaporare. La riva del lago costellata di vasche bianche e di cumuli di sale bianchissimo.Campo, pensione completa.GIORNO 9Afrera - AwashDal lago Afrera comincia la strada asfaltata. Un lungo saliscendi sulle onde di colate laviche preistoriche che percorriamo fino a raggiungere la zona di Awash, passando attraverso le terre ormai periferiche della Dancalia. Awash fu la prima stazione ferroviaria del lentissimo treno che partendo dalla capitale etiope permetteva di raggiungere il territorio di Gibuti.A Semera la strada si innesta nell arteria camionabile che collega lEtiopia ai porti del Mar Rosso. Il passaggio dei camion frequente. In funzione di questo traffico di merci, i pochi villaggi sono diventati agglomerati di appoggio ai mezzi e aree di scambio. In prima serata arrivo ad Awash.Sistemazione in hotel. Pensione completa.GIORNO 10Awash - la citt bianca di HararDa Awash si parte per la zona pi orientale dellEtiopia. La strada corre nella piana meridionale della Dancalia fino a Mieso, poi abbandona la linea della ferrovia e la vecchia strada italiana e, svoltando verso sud, si arrampica sui monti Cercer. una strada panoramica che segue il crinale delle montagne, sempre tra 2000 e 2400 metri di quota. Piantagioni di gat, campi di sorgo, foreste di eucalipti e ginepri affusolati e isolati caratterizzano lambiente di alta quota. Gli shamma bianco-latte indossati dalle donne etiopi degli altipiani centro-occidentali, lasciano il posto ai mille colori dei drappi indossati dalle donne Oromo della regione dellHarerghe. L oriente etiope si apre come un caleidoscopio ineffabile. Le donne che affollano i mercati, viste da lontano, sono fiori dai colori pi insospettabili viola, rosso, giallo, arancio, in abbinamento e composizioni veramente incredibili. La strada, dopo aver attraversato per ore le conche coltivate e la piana settentrionale della Dancalia, scende verso Harar che si trova a 1840 metri di quota. Questa estensione del viaggio verso la parte orientale dellEtiopia apre un sipario su uno spazio vivace di ambienti e colori assolutamente inaspettato.Sistemazione in hotel, pensione completa.GIORNO 11San BlasTutta la giornata dedicata alla visita di Harar, capitale di un antico sultanato mussulmano che solo alla fine del 1800 venne inglobato nello Stato etiope. Harar dalla fine degli anni Novanta sotto la protezione dellUnesco e non esiste all interno delle sue mura alcun edificio che non sia tradizionale o storico. Qui larchitettura ha conosciuto influenze indiane, armene, egiziane e arabe. Certamente la citt non un asettico museo allaperto le sue stradine strette tra i muri bianchi delle case pullulano fortemente di vita locale. L Etiopia un grande paese ed ha molte facce diverse per questo interessante. Quando si entra nella citt di Harar, nelle viuzze tra le mura che la circondano, si percepisce subito di essere in un mondo completamente diverso. La cultura araba, nel bene e nel male, ha permeato la societ di questarea. Il bianco il colore dominante di Harar, le moschee sono i suoi punti di riferimento entro le mura, il dettaglio architettonico di influenza araba. Il modo di vivere, lo scandirsi del tempo giornaliero intorno al consumo del gat, una certa rilassatezza e il modo di porsi sono particolari che palesano la forte somiglianza con i costumi e la cultura araba-yemenita. Harar legata alla storia di Ras Makonnen, il padre dellultimo imperatore Hail Sellassi e alla storia romantica di Arthur Rimbaud, il poeta maledetto francese che visse, lavorando per una compagnia commerciale, prima ad Aden e poi nella stessa Harar. Quando si visita questa citt, come si potrebbe ignorare la figura di Hugo Pratt, il creatore di Corto Maltese al quale tanti sognatori di avventura sono stati legati Hugo Pratt pass sette anni della sua giovinezza in Etiopia alla fine degli anni Trenta. Prima del suo ritorno in Italia, nel 1942, trascorse diversi mesi in un campo di internamento a Dire Dawa. Da queste esperienze nascono i bellissimi acquarelli che corredarono il libro delle Lettere di Arthur Rimbaud alla famiglia immagini di dancali, scorci di Harar che ancora oggi rappresentano il simbolo dellesotico, dellavventura, del viaggio come momento di totale immersione nelle spirali affascinanti, coinvolgenti e pericolose di mondi lontani. Sistemazione in hotel, pensione completa.GIORNO 12HararIn mattinata si lascia Harar per trasferirsi allaeroporto nella citt di Dire Dawa. Partenza con volo di rientro nella capitale.Giunti ad Addis Abeba, sistemazione in albergo in camere ad uso giornaliero 1 camera ogni 45 persone e city tour della capitale etiope. Pasti liberi.In serata, trasferimento in aeroporto e partenza con volo notturno per Milano Malpensa il volo prevede uno scalo tecnico a Roma Fiumicino di circa unora e trenta minutiGIORNO 13Harar - Dire Dawa, volo per Addis Abeba - in serata trasferimento in aeroportoArrivo in Italia al mattino presto.NB eventuali ritardi di voli internazionali o nazionali potrebbero determinare alcune inevitabili variazioni delle visite come descritte nel programma dettagliato.CATERINA BORGATODal 26 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020NICOLA PAGANODal 2 febbraio 2020 al 14 febbraio 2020PERCH CON Mama ToursAd accompagnare il gruppo c un Esperto Mama ToursCi si sposta con mezzi 4X4 e ogni partecipante ha garantito il posto finestrinoNel tour sono incluse sempre 2 bottigliette da 0.5 l di acqua al giorno per passeggeroAPPROFONDIMENTI DI VIAGGIOPer ragioni tecnico-operative litinerario potr essere invertito o modificato dalla guida eo accompagnatore sul posto se ritenuto necessario e nellinteresse o sicurezza del gruppo. Si tratta non di un semplice viaggio bens di una spedizione vera e difficile una di quelle come non ne sono rimaste molte un itinerario che fatto di molta ricerca, dalle piste ai luoghi, dai passaggi migliori a quelli possibili il tour non ha strade ben delineate bens soprattutto piste che - CONTINUA -Pionieri nello scoprire e disegnare itinerari, con uno stile accattivante e un approccio su misura. Luoghi da raccontare, storie da condividere, viaggi da suggerire. Energie per esplorare angoli di mondo in prima persona. E ci che vediamo coi nostri occhi, lo suggeriamo ai nostri amici viaggiatori. Tracciare i percorsi il risveglio dell'emozione, stuzzica i sensi, incuriosisce la mente. Di ogni paese studiamo la storia, la cultura, i popoli e le tradizioni da cui il viaggio prende forma.

 
LA DANCALIA, IL TIGRAY E LA CITTA’ BIANCA DI HARAR
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Linea di viaggio:

Heritage

Destinazione:

Etiopia

Durata:

13 Giorni

Prezzo a partire da:

€ 4.350

Partecipanti:

Minimo 10 massimo 14 partecipanti

Partenze:

2019

Dal 26 dicembre al 7 gennaio

2020

Dal 2 febbraio al 14 febbraio

 

Il lago surreale di Dallol, le carovane della piana del sale, l’impressionante caldera del vulcano Erta Ale. E ancora: le capanne dell’etnia Afar, la fossa dancala con le sue particolarità geologiche, il sultanato musulmano di Harar con le influenze arabo-yemenite. Un viaggio alla scoperta della Dancalia, una regione inospitale ma straordinariamente affascinante. Per fare trekking nei letti asciutti dei fiumi, veder sfilare asini e cammelli nei canyon, arrampicarsi sulla cima - continua -

GIORNO 1

Milano Malpensa - Addis Abeba

Partenza in serata da Milano Malpensa con il volo notturno Ethiopian Airlines su Addis Abeba. Pasti e pernottamento a bordo, arrivo previsto il mattino seguente.

GIORNO 2

Addis Abeba - volo per Makallé - Trasferimento verso Awzen o Adigrat

Il volo atterra in prima mattinata nella capitale etiope. Dopo l’espletamento delle formalità di ingresso nel Paese ci si trasferisce al settore delle partenze nazionali per la coincidenza con il volo diretto a Makallé.

 

Da Makallé, capoluogo della regione del Tigray, si comincia il trasferimento verso il territorio delle ambe, in direzione di Adigrat, dove si trovano le chiese rupestri più interessanti.

 

Sistemazione in albergo. Pensione completa.

 

*(a seconda dei viaggi, in relazione alla definitiva conferma dell' orario del volo da Addis Abeba a Makallé, durante questa giornata si consumerà il pranzo nella capitale oppure, se possibile, all' arrivo a Makallé).

GIORNO 3

Gheralta: Chiese rupestri di Abuna Abraha, Degum Sellassie, Abraha Atsbeha

Dedichiamo questa giornata alla visita delle interessantissime chiese dell’Amba rossa. Si inizia con un’escursione impegnativa, ma senza dubbio unica, la visita della chiesa rupestre di Abuna Abraha conosciuta anche col nome di Debre Tsion. La salita per raggiungere la chiesa, lungo il crinale dell’ Amba, presenta alcuni passaggi che richiedono una certa elasticità. In circa un’ora e venti minuti di cammino si raggiunge la cima. Il dislivello totale è di circa 200 metri. Il piano che si allarga sulla montagna domina tutto il territorio sottostante. L’ interno della chiesa ha una navata centrale e due laterali con diverse colonne e cupole scolpite. I dipinti sono vivaci e hanno bei colori tendenti al verde o al blu . Dopo la discesa, visitiamo le altre chiese importanti del Gheralta. La chiesa di Degum Sellassie, raggiungibile da tutti, considerata dagli esperti l’ opera rupestre più enigmatica, più curiosa e più interessante. Degum Sellassie contiene al suo interno una vera e propria cripta e ciò avvallerebbe la teoria secondo cui gli scavi rupestri siano nati come sepolcri e solo in un secondo momento, con la diffusione del cristianesimo, abbiano assunto il valore religioso e la forma di chiesa. Terminiamo la giornata con la visita della chiesa di Abraha Atsbeha, facile da raggiungere e con particolari architettonici e pittorici completamente diversi da quelli visti fino ad ora. Dal punto di vista architettonico è interessantissimo l’ innesto del portico, costruito dagli italiani nel 1928, alla roccia frontale della chiesa rupestre. E’ un connubio molto strano: la fusione della linearità dell’ architettura coloniale con la semplicità naturale dello scavo antico nella pietra arenaria. All’ interno l’ arte figurativa è quella in linea con lo stile “Gondariano” dove i colori forti e i contrasti sono parte innovativa nel contesto pittorico etiope.

 

Al termine di queste visite proseguiamo verso Awzen o Makallé a seconda della disponibilità alberghiera. Sistemazione in hotel, pensione completa. Pranzo picnic.

GIORNO 4

Le chiese rupestri di Medhane Alem Kesho e Micael Milazenghi - Birhale - Melabday

Mattinata dedicata alla visita delle chiese rupestri di Medhane Alem Kesho e Micael Milazenghi. Questa giornata è un passaggio fondamentale del nostro viaggio: l’altopiano con i suoi terrazzi naturali sprofonda nella depressione dancala e apre lo sguardo su nuovi scenari. Scalino dopo scalino, l’altopiano decade in falesie verticali e scopre la sezione della grande frattura della Rift Valley. Dalle terre in quota alle terre basse cambia tutto, cambiano i villaggi, cambia la vegetazione, cambia la gente. Il punto di contatto con il nuovo territorio che andremo a visitare è Birhale a circa 500 metri di quota. Siamo scesi di quasi duemila metri dal livello delle terre alte d’Etiopia. Birhale è il primo villaggio di scambio del sale, il punto di scarico della maggior parte delle carovane. Oggi è un centro in via di trasformazione; qui si ottengono i permessi per poter viaggiare nelle terre delle popolazioni dancale. Dopo Birhale la strada diventa una pista che finisce dove ha inizio il canyon del fiume Saba. Oltre questo punto, un piccolo villaggio chiamato Melabday, passano soltanto carovane di asini e dromedari e uomini a piedi! Campo, pensione completa.

GIORNO 5

Trekking da Meladbay ad Assobole e continuazione per Ahmed Ela

La carovaniera, penetrando nel canyon, scende nel cuore della Dancalia. Il letto del fiume Saba è il passaggio secolare del trasporto del sale, la via naturale per andare e venire dalla piana della depressione all’ altopiano. Asini, dromedari e uomini scendono e risalgono il canyon. Dedichiamo buona parte della giornata alla camminata lungo il torrente che dall’ultimo scalino dell’altopiano scende verso la piana salata. In verità la pendenza della vallata del torrente è quasi impercettibile. Si cammina per cinque o sei ore. La difficoltà maggiore è la necessità di guadare molto frequentemente la poca acqua del torrente. Si tratta di circa 15 km di cammino. Talvolta ci accompagnano le carovane di dromedari che scendono veloci e trasportano carichi leggeri di foraggio che servirà per nutrire gli animali al ritorno, altre volte si incrociano carovane che risalgono con il carico di tavolette di sale. Lungo questa strada millenaria, vivono piccole comunità di Afar che assistono all’ incessante marcia di uomini e animali.

 

Nel pomeriggio si arriva ad Assobole, dove finisce la parte più stretta del fiume e dove troviamo le auto ad aspettarci.

 

Da Assobole si prosegue in macchina fino ad arrivare ad Ahmed Ela, ultimo villaggio della Dancalia etiopica prima della frontiera con l’Eritrea e luogo dove vivono insieme Afar e tigrini quotidianamente impegnati nel lavoro di produzione del sale. Ogni mattina all’alba, operai ed animali lasciano il villaggio per raggiungere i campi di estrazione nella piana salata, ogni sera rientrano dalle loro famiglie. Alcune carovane sostano ad Ahmed Ela per passare la notte e all’alba riprendere il cammino nel canyon che li porterà a Meladbay e Birhale.

 

NB: Ahmed Ela è l’unico posto dove pernottare per intraprendere il giorno seguente le visite della depressione.

 

NB: Le carovane del sale si stanno per estinguere. Questo percorrere il canyon di animali e uomini è purtroppo destinato a sparire, uno spaccato di vita con le ore contate. Forse già a breve non esisteranno più le carovane del sale, sostituite dalle grosse multinazionali che da tempo hanno fiutato l’enorme business del potassio. Gli uomini Afar diventeranno loro malgrado dipendenti delle compagnie e questo mondo primordiale cederà il passo al futuro incalzante. E’ difficile prevedere cosa accadrà effettivamente alla data in cui abbiamo previsto le partenze per questo viaggio. Sarà nostra premura modificare l’itinerario se necessario eliminando il trekking e prevedendo lo spostamento in auto.

 

(E’ richiesto un buon spirito di adattamento per questa notte e la successiva al campo di Ahmed Ela)

 

Campo, pensione completa.

GIORNO 6

Ahmed Ela- Dallol- Assale- Ahmed Ela

Questa giornata si sviluppa proprio nel cuore della Dancalia. Quello che si vede in questa parte di territorio non lo si può vedere in nessun altro posto del mondo. Sono luoghi emozionanti, impressionanti, unici.

 

Verso Est e Nord Est si estende piatta e bassa la piana del sale. Nelle cartine italiane del Touring degli anni ’30 tutta quella fascia chiara che si estende longitudinalmente per una lunghezza di circa 100 chilometri e per una larghezza di circa 30 chilometri è chiamata “Piano Salato”. Si è a 100 metri sotto il livello del mare, siamo in un antichissimo braccio del Mar Rosso che movimenti tellurici, rialzando una barriera, hanno isolato dal resto del bacino rendendolo un lago interno che evaporando non ha lasciato altro che sale. Gli esperti dicono che vi siano centinaia e centinaia di metri di sale sotto la superficie. Su questa enorme massa di sale l’acqua affiora dalla superficie con l’aria umida che arriva dal mare , scompare invece quando soffia l’aria più secca dall’altopiano. Questi sono la piana salata ed il lago Assale.

 

Cominciamo la nostra giornata dirigendoci verso settentrione. Sulla pista si incontrano i campi del sale animati da scavatori al lavoro e dagli animali in attesa del carico. Il sale estratto è sempre e solo quello di superficie. Una volta esaurita una certa area ci si spostano tutti verso una zona nuova e lavorano in comunità composte da diversi sottogruppi con diverse competenze.

 

La piana del sale, in questo tratto piuttosto terrosa, conduce ad un rilievo che nasconde la meraviglia di Dallol. Bisogna salire lungo il leggero pendio. Dallol non è uno spazio molto esteso come alcuni servizi fotografici ci portano a credere. Si incontrano salendo le prime formazioni di sali cristallizzati che hanno creato come campi di funghi o bacini di fiori di loto dalle venature gialline dei residui sulfurei…..ma bisogna arrivare in cima al pendio per cogliere un insieme di colori impressionante. Nell’ acqua di qualche piccola pozza color blu pastello intenso affogano coni di incrostazioni gialle, rosse, viola……Lo zolfo, il ferro, il manganese …una tavolozza di colori indescrivibile che non si incontra in nessun’altra parte della terra. La visita di Dallol dura un paio di ore e dopo il catino di colori “surreale” si passa alle cosiddette “torri di sale” un insieme di blocchi di sale e gesso di decine di metri , come formazioni di rocce arenarie, scavate dall’ acqua che offrono occasioni di scorci fotografici molto particolari. Una volta ultimata l’ esplorazione di questi angoli di Dancalia continueremo il nostro viaggio quotidiano verso quello che gli etiopi chiamano “Lago Termale” un bacino d’acqua animato da soffioni gassosi dove i sali cristallizzano lasciando strisciate di ruggine sui blocchi cristallini in formazione. Il “Lago Termale” è un altro dei momenti indimenticabili della Dancalia. Gli odori dei gas, il rumore dei soffioni, il colore dell’acqua sono un insieme curioso, ma piuttosto inquietante….E’ come assistere a qualcosa di primordiale, una natura molta intima e segreta della nostra terra, forze incontenibili e insospettabili che si muovono nelle sue viscere e che solo in questi posti riusciamo a guardare ed ascoltare da vicino. Concluderemo la giornata scendendo un po’ a sud di Dallol verso il lago Assale. Il sale cristallizza nella piana bianca creando sulla superficie una serie infinita di ottagoni adiacenti. Qui il sale è puro, il velo d’acqua del lago Assale va e viene a seconda dell’ umidità dell’aria. Raggiungiamo due roccioni isolati nel mezzo della piana. Intorno è solo il “Piano Salato” il cui bianco accecante, quando il vento porta l’ aria umida del mar Rosso, è esaltato da un leggero velo di acqua riflettente. Al termine di questa escursione faremo ritorno verso il campo di Ahmed Ela. E’ l’ora del ritorno delle lunghe carovane del sale.

 

Campo, pensione completa.

GIORNO 7

Ahmed Ela- Erta Ale

Lasciamo Ahmed Ela e, viaggiando verso Sud, aggiriamo le terre basse e polverose ai piedi della catena di vulcani fino al villaggio Afar più importante a ridosso dell’ Erta Ale dove, obbligatoriamente, occorre accordarsi col “capriccioso” capo villaggio per il numero di dromedari, il numero di militari e di guide che accompagneranno la nostra salita sulla cima del vulcano. Al termine delle trattative si riprendono le auto e percorrendo un tratto di pista molto lento, si raggiungono le pendici dell’ Erta Ale. Nel tardo pomeriggio si parte per percorrere a piedi il sentiero di avvicinamento alla caldera. Per chi è abituato alle camminate, la salita dell’ Erta Ale non è un percorso difficile , ma per chi è sovrappeso o non è abituato a muoversi, potrebbe rivelarsi una esperienza faticosa. Normalmente sono necessarie due ore al massimo per raggiungere la cima del vulcano. Si arriva che ormai è buio, ma facciamo una prima discesa notturna nella caldera. E’ difficile usare degli aggettivi per definire il vulcano Erta Ale. Non c’è nient’altro di così potente, unico ed inquietante come il lago di lava fusa ribollente, alimentata da forze sotterranee e potentissime. Le folate di odori solforosi che risalgono dal pozzo di magma, il rosso rutilante che sboccia ed esplode in bolle enormi , è la natura più segreta e profonda della Terra. E’ qualcosa che supera il pensiero logico e si fonde con le sensazioni personali più inconsce, profonde e antiche. L’Erta Ale ipnotizza, come come capita quando si guarda a lungo il fuoco. Pernottiamo in cima , protetti dal vento, dentro recinti costruiti con blocchi lava. Pensione completa.

 

NB: L’ Erta Ale è un “vulcano attivo, vero”. Questa espressione non è un semplice modo di dire, significa invece che , come tutte le forze potenti della natura, è mutevole ed imprevedibile. Occorre salire in gruppo e avvicinarsi al cratere seguendo le direttive del Tour Leader senza agire in maniera autonoma.

 

L'Erta Ale è noto in particolare per il grande lago di lava nella depressione sommitale del vulcano, la sua caldera, a cui deve il soprannome di "porta dell’inferno", ma è altresì noto per essere un vulcano capriccioso. A volte la bocca del vulcano fuma soltanto senza fuoriuscita di lava, altre volte si creano nuovi flussi di materia fusa da fratture secondarie non sempre facili da raggiungere.

GIORNO 8

Erta Ale - Afrera

Con le prime luci dell’alba scendiamo ancora una volta nella caldera, la bocca del vulcano, che con la luce del giorno offre altre immagini fotografiche e indimenticabili sensazioni.

 

Terminata l’escursione iniziamo la discesa per ritornare al campo base dove ci attendono le auto.

 

A fine mattinata si riparte sulla pista ai piedi del vulcano Ale Bu in direzione sud-est, attraversando aree nerastre di grandi versamenti lavici e zone erbose dove talvolta si scorgono fuggire gazzelle e struzzi. Dopo poche ore di viaggio si giunge al bordo del lago Afrera, denominato “lago Giulietti” sulle carte italiane d’epoca. È un piccolo bacino dalla forma oblunga collocato in posizione longitudinale con una lunghezza di circa 20 chilometri ed una larghezza massima di circa 7 chilometri. La sponda meridionale è dominata da una montagna vulcanica la cui altezza sfiora i 1300 metri. Afrera è un altro punto molto importante per la produzione di sale. Mentre intorno a Dallol il sale viene estratto a lastre dalla superficie della piana, ad Afrera il sale viene prodotto nelle saline pompando l’acqua dal lago e lasciandola evaporare. La riva del lago è costellata di vasche bianche e di cumuli di sale bianchissimo.

 

Campo, pensione completa.

GIORNO 9

Afrera - Awash

Dal lago Afrera comincia la strada asfaltata. Un lungo saliscendi sulle onde di colate laviche preistoriche che percorriamo fino a raggiungere la zona di Awash, passando attraverso le terre ormai periferiche della Dancalia. Awash fu la prima stazione ferroviaria del lentissimo treno che partendo dalla capitale etiope permetteva di raggiungere il territorio di Gibuti.

 

A Semera la strada si innesta nell’ arteria camionabile che collega l'Etiopia ai porti del Mar Rosso. Il passaggio dei camion è frequente. In funzione di questo traffico di merci, i pochi villaggi sono diventati agglomerati di appoggio ai mezzi e aree di scambio. In prima serata arrivo ad Awash.

 

Sistemazione in hotel. Pensione completa.

GIORNO 10

Awash - la città bianca di Harar

Da Awash si parte per la zona più orientale dell’Etiopia. La strada corre nella piana meridionale della Dancalia fino a Mieso, poi abbandona la linea della ferrovia e la vecchia strada italiana e, svoltando verso sud, si arrampica sui monti Cercer. È una strada panoramica che segue il crinale delle montagne, sempre tra 2000 e 2400 metri di quota. Piantagioni di gat, campi di sorgo, foreste di eucalipti e ginepri affusolati e isolati caratterizzano l’ambiente di alta quota. Gli “shamma” bianco-latte indossati dalle donne etiopi degli altipiani centro-occidentali, lasciano il posto ai mille colori dei drappi indossati dalle donne Oromo della regione dell’Harerghe. L’ oriente etiope si apre come un caleidoscopio ineffabile. Le donne che affollano i mercati, viste da lontano, sono fiori dai colori più insospettabili: viola, rosso, giallo, arancio, in abbinamento e composizioni veramente incredibili. La strada, dopo aver attraversato per ore le conche coltivate e la piana settentrionale della Dancalia, scende verso Harar che si trova a 1840 metri di quota. Questa estensione del viaggio verso la parte orientale dell’Etiopia apre un sipario su uno spazio vivace di ambienti e colori assolutamente inaspettato.

 

Sistemazione in hotel, pensione completa.

GIORNO 11

San Blas

Tutta la giornata è dedicata alla visita di Harar, capitale di un antico sultanato mussulmano che solo alla fine del 1800 venne inglobato nello Stato etiope. Harar è dalla fine degli anni Novanta sotto la protezione dell’Unesco e non esiste all’ interno delle sue mura alcun edificio che non sia tradizionale o storico. Qui l’architettura ha conosciuto influenze indiane, armene, egiziane e arabe. Certamente la città non è un asettico “museo all’aperto”: le sue stradine strette tra i muri bianchi delle case pullulano fortemente di vita locale. L’ Etiopia è un grande paese ed ha molte facce diverse per questo è interessante. Quando si entra nella città di Harar, nelle viuzze tra le mura che la circondano, si percepisce subito di essere in un mondo completamente diverso. La cultura araba, nel bene e nel male, ha permeato la società di quest’area. Il bianco è il colore dominante di Harar, le moschee sono i suoi punti di riferimento entro le mura, il dettaglio architettonico è di influenza araba. Il modo di vivere, lo scandirsi del tempo giornaliero intorno al consumo del gat, una certa rilassatezza e il modo di porsi sono particolari che palesano la forte somiglianza con i costumi e la cultura araba-yemenita. Harar è legata alla storia di Ras Makonnen, il padre dell’ultimo imperatore Hailè Sellassiè e alla storia romantica di Arthur Rimbaud, il poeta “maledetto” francese che visse, lavorando per una compagnia commerciale, prima ad Aden e poi nella stessa Harar. Quando si visita questa città, come si potrebbe ignorare la figura di Hugo Pratt, il creatore di Corto Maltese al quale tanti sognatori di avventura sono stati legati? Hugo Pratt passò sette anni della sua giovinezza in Etiopia alla fine degli anni Trenta. Prima del suo ritorno in Italia, nel 1942, trascorse diversi mesi in un campo di internamento a Dire Dawa. Da queste esperienze nascono i bellissimi acquarelli che corredarono il libro delle “Lettere di Arthur Rimbaud alla famiglia”: immagini di dancali, scorci di Harar che ancora oggi rappresentano il simbolo dell’esotico, dell’avventura, del viaggio come momento di totale immersione nelle spirali affascinanti, coinvolgenti e pericolose di mondi lontani. Sistemazione in hotel, pensione completa.

GIORNO 12

Harar

In mattinata si lascia Harar per trasferirsi all’aeroporto nella città di Dire Dawa. Partenza con volo di rientro nella capitale.

 

Giunti ad Addis Abeba, sistemazione in albergo in camere ad uso giornaliero (1 camera ogni 4/5 persone) e city tour della capitale etiope. Pasti liberi.

 

In serata, trasferimento in aeroporto e partenza con volo notturno per Milano Malpensa (il volo prevede uno scalo tecnico a Roma Fiumicino di circa un’ora e trenta minuti)

GIORNO 13

Harar - Dire Dawa, volo per Addis Abeba - in serata trasferimento in aeroporto

Arrivo in Italia al mattino presto.

 

*NB: eventuali ritardi di voli internazionali o nazionali potrebbero determinare alcune inevitabili variazioni delle visite come descritte nel programma dettagliato.

CATERINA BORGATO

Dal 26 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020

NICOLA PAGANO

Dal 2 febbraio 2020 al 14 febbraio 2020

PERCHÈ CON Mama Tours

Ad accompagnare il gruppo c’è un Esperto Mama Tours

Ci si sposta con mezzi 4X4 e ogni partecipante ha garantito il posto finestrino

Nel tour sono incluse sempre 2 bottigliette da 0.5 l di acqua al giorno per passeggero

 

APPROFONDIMENTI DI VIAGGIO

Per ragioni tecnico-operative l'itinerario potrà essere invertito o modificato dalla guida e/o accompagnatore sul posto se ritenuto necessario e nell’interesse o sicurezza del gruppo. Si tratta non di un “semplice” viaggio bensì di una spedizione vera e difficile; una di quelle come non ne sono rimaste molte; un itinerario che è fatto di molta ricerca, dalle piste ai luoghi, dai passaggi migliori a quelli “possibili”: il tour non ha strade ben delineate bensì soprattutto piste che - CONTINUA -


Email contatto: marcello@mamatours.com
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