IL NORD OVEST E LA PUNA

ProfiloItinerarioEspertiApprofondimentiLinea di viaggioLand Expeditions Viaggi con EspertoDestinazioneArgentinaDurata13 GiorniPrezzo a partire da 4.850PartecipantiMinimo 6 massimo 9 partecipantiPartenze2019Dal 26 dicembre al 7 gennaio2020Dal 10 febbraio al 22 febbraioDal 1 agosto al 13 agostoDal 13 agosto al 25 agostoDal 12 ottobre al 24 ottobreDal 16 novembre al 28 novembreDal 28 dicembre al 9 gennaioLa Puna, una delle ultime frontiere selvagge del Pianeta, un luogo che ogni appassionato di fotografia vorrebbe immortalare. E che ogni amante di infiniti spazi solitari desidera esplorare. Deserto di altura, ha laspetto di un altopiano ma, dal punto di vista geologico, una cordigliera vulcanica, che corre fra i 3.000 e i 5.000 metri. Il suo paesaggio dalla bellezza lunare, con dune di pietra pomice, lagune colorate, distese di nero basalto, picchi che superano quota - continua -GIORNO 1Partenza per Buenos Aires. Pernottamento a bordoPartenza in serata da Roma per Buenos Aires. Pasti e pernottamento a bordo.GIORNO 2Arrivo e volo per Salta. Visita della citt e del Museo MAAMArrivo a Buenos Aires e connessione con il volo per Salta 06.4008.55, orario soggetto a riconferma. Accoglienza e trasferimento in hotel. La mattinata a disposizione per riposarsi.Pranzo in ristorante e visita della citt. La bella Salta, di stile coloniale, la meta delezione di molti viaggiatori. Fondata nel 1582, adagiata in una conca circondata da picchi verdeggianti. Nonostante la citt si sia espansa considerevolmente, quasi tutti i luoghi dinteresse si concentrano nel raggio di pochi isolati dalla centrale Plaza 9 de Julio. Qui si concentrano i principali edifici storici tra cui limponente Cattedrale e il Cabildo. Due isolati a est della piazza si staglia ledificio color giallo e cremisi della Chiesa di San Francesco, una delle pi belle chiese cattoliche del nord, divenuta il simbolo di Salta. Combina dettagli ornamentali barocchi e neoclassici e custodisce diverse statue oggetto di grande venerazione locale.Salta ospita il pi importante e interessante museo dellArgentina settentrionale, che non manchiamo di visitare. Il Museo Archeologico di Alta Montagna MAAM offre un eccellente panorama della cultura Inca. Il fiore allocchiello del museo costituito dai corpi mummificati dei tre bambini, offerti in sacrificio rituale, rinvenuti nel 1999 sulla cima del Vulcano Llullaillaco 6.735 metri di altitudine nel corso di una spedizione. I corpi vengono esposti a turno ogni sei mesi per permetterne la conservazione. Gli oggetti funerari lasciati accanto ai fanciulli colpiscono per la loro freschezza, i colori appaiono vivaci come nel giorno in cui furono realizzati. Le illas, statuette votive raffiguranti animali e persone, sono dargento, doro, di madreperla e di onice e molte di esse sono rivestite di stoffa.Cena e pernottamento alla Finca Valentina o similare.GIORNO 3Partenza verso il Parco Nazionale Los Cardones e il piccolo deserto Los colorados. Nel pomeriggio visita di Cachi e del Camino de Los Artesanos. arrivo a MolinosPrima colazione e partenza lungo la Ruta 33 che collega Salta a Cachi, tramite la Cuesta de Obisbo. In meno di 100 km, si attraversano ben cinque diversi ecosistemi, tra valli colorate e montagne di velluto color verde, circondati dal Cerro Turrion, sulla cui cima nidificano colonie di condor.Siamo nelle Valli Calchaques che sono tra le pi affascinanti e meno turistiche localit dellArgentina, una combinazione affascinante di aspri paesaggi, artigianato tradizionale, piccoli villaggi di adobe e alcuni dei migliori vini del Paese. A suo tempo, la popolazione indigena diaguita calchaqu di queste valli oppose una strenua resistenza al dominio spagnolo. Nel XVII secolo, gli spagnoli tentarono due volte di imporre il lavoro forzato ai diaguita, ma si ritrovarono a dover mantenere sul posto degli uomini armati per impedire ai nativi di coltivare i loro campi e attaccare i convogli merci. Entriamo nel Parco Nazionale Los Cardones che si estende per circa 650 km su entrambi i lati della Ruta 33. Il parco prende il nome dal cactus a candelabro, noto comunemente con il nome di cardn. In assenza di foreste, il cardn rappresenta da sempre unimportante fonte di legname per la fabbricazione di travi, porte, finestre e il suo uso molto comune si osserva sia nelle attuali abitazioni indigene sia nelle chiese di epoca coloniale della regione. Nelle vicinanze sincontra il piccolo deserto Los Colorados e si pu osservare il nevado di Cachi, una delle montagne pi alte delle Americhe 6.400 metri. Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio si arriva a Cachi, un piccolo villaggio immerso in uno straordinario paesaggio. Le vie pavimentate a ciottoli, la bella piazzetta e il camino de Los Artisanos, dove si possono acquistare i migliori poncho della regione, la rendono una sosta piacevole. In tarda serata si giunge a Molinos, piccolo villaggio coloniale con oltre tre secoli di storia a 2.200 metri di altitudine. Il villaggio deve il suo nome al mulino per la macinazione del grano, tuttora in funzione sul rio Calchaqu. Cena e pernottamento nellhotel Hacienda de Molinos o similare.GIORNO 4La Ruta 40, la Quebrada de Las Flechas, la Quebrada de Las Conchas e Cafayate, centro di produzione di ottimi vini dalturaDopo la colazione, ci inoltriamo nella Ruta 40 che attraversa la Quebrada de Las Flechas, un paesaggio di montagne di limo e polvere di quarzo, sagomate dal vento a dalle spinte delle Ande, a formare migliaia di colline a forma di punte di frecce. Le sue origini risalgono a un periodo tra 15 e 20 milioni di anni fa, quando dei grandi blocchi di rocce cominciarono ad elevarsi sul bordo della Puna. Placche sedimentari che si trovano alla base del terreno furono spaccate dallinnalzamento delle montagne, le cui estremit si inclinarono formando delle punte rivolte verso il cielo. In seguito, lerosione affil queste punte dando loro la forma che possiamo ammirare oggi.Pranzo in ristorante locale. Il pomeriggio dedicato alla visita della Quebrada de Las Conchas o Quebrada de Cafayate, un territorio selvaggio fatto di arenaria dai colori intensi e formazioni rocciose incredibili. Si tratta di una frattura della crosta terrestre, scavata dal Rio de las Conchas, lunga pi di 85 chilometri, con alcuni tra i pi imponenti depositi sedimentari del Nord-Ovest dellArgentina, in particolare di gesso e argilla. Qui, tra 20 e 40 milioni di anni fa, la terra era ricoperta dacqua e in alcuni punti arrivava il mare dal Pacifico. Da questo deriva il nome Conchas conchiglie, i cui fossili sono stati ritrovati in gran quantit. Cafayate, la nostra meta finale della giornata, una piacevolissima cittadina, ormai turistica, situata nel cuore delle Valli Calchaques. Qui le uve maturano lentamente e si producono vini di ottima qualit. Intorno a questa attivit, la vita scorre tranquilla.Cena e pernottamento al Wine Resort Vias de Cafayate o similare.GIORNO 5Verso sud lungo la ruta 40 fino alloasi di Hualfin e poi ci addentriamo nella Puna pi remota tra branchi di vigogne, lagune e i vulcani pi alti del pianeta fino ad arrivare alloasi di El PenonDopo la colazione, raggiungiamo le rovine dellantico insediamento dei Quilmes, nella Valle di Santa Maria. Gli appartenenti a questa agguerrita trib difesero i loro territori per pi di un secolo, lottando contro i conquistadores spagnoli, che alla fine li sottomisero nel 1665. In quellanno furono deportati per ordine del Governatore del Tucumn, e abbandonate le loro terre, raggiunsero a piedi le sponde del Ro de la Plata. Nel 1812 tutti gli abitanti della trib erano spariti, poich, dopo la sottomissione, non vollero lasciare discendenti. Camminando tra i resti degli insediamenti precolombiani potremo farci unidea di come viveva questo popolo, osservando quel che resta di quelle che una volta erano le loro case, piazze e zone coltivate. Per una visione globale del sito e per apprezzarlo pienamente, vale la pena salire sulla cima della collina.Partiamo poi in direzione sud lungo la Ruta 40 fino ad arrivare alloasi di Hualfin, un villaggio di circa 1000 abitanti dediti alla viticoltura e dallaspetto sorprendentemente verde e fertile, nonostante sia circondato da un territorio arido a spoglio.Pranzo a Hualfin. Dalloasi si sale lungo la Ruta 43 verso la Puna pi remota, che racchiude i pi bei deserti delle Ande. Il paesaggio diventa progressivamente sempre pi desertico, le nuvole infatti sono presto destinate ad essere bloccate dalle montagne pi alte. Raggiunti i 3000 metri di altitudine, compaiono alcune spettacolari dune di sabbia. Percorriamo gli ultimi 90 km di strada tra branchi di vigogne, lagune e paesaggi sempre pi spettacolari fino ad arrivare alloasi di El Pen, attorno alla quale sorge il piccolo villaggio. El Pen la perfetta base di partenza per lesplorazione dei tanti luoghi interessanti presenti nella zona e per questo vi pernottiamo tre notti consecutive. Con i suoi 3400 metri di altitudine, rappresenta inoltre il luogo ideale per acclimatarsi gradualmente allalta quota. Cena e pernottamento nella semplice, ma funzionale Hosteria El Pen. Lhosteria dispone unicamente di 8 camere, pertanto non sempre possibile garantire la disponibilit della camera singola e potr essere richiesta la condivisione per le notti che si trascorrono qui. Lelettricit disponibile allhosteria e in tutto il paese dalle 17.00 alle 24.00 si raccomanda di dosare lacqua calda affinch ce ne sia a sufficienza per tutti.GIORNO 6Alla scoperta dellarea intorno alloasi di El Penon il deserto di pietra pomice, il deserto di dune bianche e la Laguna Carachi PampaIl paesaggio attorno al villaggio di El Pen spettacolare e basta percorrere pochi chilometri per ritrovarsi in luoghi che sembrano appartenere ad altri pianeti, dove rocce e minerali sono messi a nudo dalla quasi totale assenza di vegetazione. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura incontaminata e selvaggiaDopo la colazione, lasciamo loasi di El Pen e ci addentriamo nel Campo de Piedra Pomez deserto di pietra pomice e delle dune bianche.Siamo a 3.000 metri e questo sicuramente un deserto unico al mondo, la maggior concentrazione di pietra pomice, solo in parte erosa dal vento, che ha formato una citt dinfiniti monoliti dello stesso minerale, con colorazioni che vanno dal bianco allocra. Serpeggiamo in fuoristrada e passeggiamo a piedi tra migliaia di blocchi di pietra pomice, disseminati su di unarea di 150 chilometri quadrati. Lattivit vulcanica della regione la rende particolarmente ricca di risorse minerarie borace, zolfo, litio Un luogo surreale ed emozionante, conseguenza di una grande esplosione vulcanica di tipo pliniano.Poco lontano dune di sabbia bianca si stagliano contro montagne dalla cima innevata e, ancora oltre, i rilievi del Filo Rojo fanno da sfondo al Vulcano Carachi Pampa e alla sua bella laguna.Pranzo pic-nic. Rientro a El Pen per la cena e il pernottamento.GIORNO 7La Laguna Grande e il cratere del Vulcano Galan con le sue lagune colorateUnaltra giornata dedicata a esplorare luoghi remoti e di una bellezza incredibile.Ci dirigiamo verso la pista che conduce al Vulcano Galan, dove si incontra lo spettacolo offerto dalla Laguna Grande, un lago salino posto a oltre 4000 metri daltitudine. Le sue acque in primavera vengono liberate dalla morsa dei ghiacci e diventano luogo di ritrovo per una moltitudine di uccelli, in particolare i fenicotteri, quello della Puna Piccolo Parina e quello andino, che si possono osservare generalmente da settembre a fine aprile.Sebbene il Vulcano Galan si trovi a circa 75 km di distanza da El Pen, la pista per arrivarci impegnativa, costringendo i veicoli ad avanzare lentamente.Siamo in una delle zone pi disabitate, aride e remote dellArgentina, che ospita pi di 200 vulcani. Il posto donore tenuto dal Cerro Galan, antico vulcano dal cuore ancora attivo, ma quiescente, che raggiunge la ragguardevole altezza di 5.912 metri e sinnalza allinterno dellenorme caldera di circa 40 km di diametro.Ci dirigiamo verso linterno della caldera, posta a circa 4.700 metri daltitudine, in cui sono presenti alcune lagune colorate per la presenza di alghe e sali minerali che ospitano piccoli ecosistemi, habitat di volpi, fenicotteri e vigogne. La Laguna Diamante, allinterno della caldera, non ospita fenicotteri in quanto le sue acque sono ricche di arsenic e dunque velenose. La colorazione azzurrina si deve tuttavia alla presenza di boro.Pranzo pic-nic. Rientro a El Pen per la cena e il pernottamento.GIORNO 8Attraversamento del cuore desertico delle Ande, dai pascoli di Antofagasta de la Sierra ai deserti di argilla di Tolar Grande. Nel mezzo il Salar de Arizaro e il Cono de AritaOggi ci attende un epico attraversamento del cuore desertico delle Ande, dai pascoli di Antofagasta de la Sierra, circondati da campi recenti di basalto, alle distese di sale e ai deserti di argilla di Tolar Grande.Nel mezzo, la piccola oasi di Antofalla, che conta poche decine di abitanti dediti soprattutto alla pastorizia e allagricoltura, e la ancor pi piccola oasi di Antofallita. Attraversiamo un paesaggio lunare a quote comprese tra 3000 e 4000 metri. Spettacolare la visione del cono vulcanico di Arita, che si erge solitario nel Salar de Arizaro, il secondo giacimento di sale pi grande del pianeta, dopo quello di Uyuni in Bolivia.Arriviamo infine al piccolo paese ferroviario di Tolar Grande, un luogo dal fascino antico. Pranzo pic-nic e cena in ristorante locale.Pernottamento alla semplice Hosteria Casa Andina. LHosteria Casa Andina dispone unicamente di 6 camere, pertanto non sempre possibile garantire la disponibilit della camera singola e potr essere richiesta la condivisione per le notti che si trascorrono qui.GIORNO 9Escursione a Mina Casualidad e a Mina Julia a 5.180 metri, con vista mozzafiato sul Salar de Arizaro e sul Salar de Rio GrandeAnche oggi non smetteremo di stupirci di fronte alla grandiosit del paesaggio e alla bellezza della natura. Faremo, condizioni meteo permettendo, unescursione quasi a toccare le nuvoleCi dirigiamo verso Mina Casualidad 4.200 metri percorrendo una strada asfaltata che si snoda tra montagne colorate e antichi coni vulcanici. Pu sembrare strano trovare una strada asfaltata in un luogo cos remoto e deserto. La strada collegava per una distanza di 80 chilometri la citt di Mina Casualidad, dove veniva lavorato lo zolfo, con il villaggio di Caipe, dove i minerali continuavano il loro viaggio sulla ferrovia che collegava lArgentina al Cile attraverso le Ande. Durante il periodo di massima attivit, Mina Casualidad contava quasi 3000 abitanti. Della citt, abbandonata dopo la chiusura della miniera di zolfo, ora non restano che le rovine depredate di tetti, infissi, e qualunque altra cosa potesse essere portata via. Anche Caipe un villaggio fantasma, dove rimangono ancora i resti delledificio della vecchia stazione ferroviaria.Mentre ci avviciniamo alle montagne, osserviamo le tonalit di giallo che si vedono sulla cima, dovute appunto alla presenza di grandi quantit di zolfo.La nostra meta del giorno proprio una di quelle vette, a quota 5.180 metri, dove fino al 1976 esisteva il piccolo villaggio minerario di Mina Julia in cui vivevano oltre 200 minatori che, con piccone e dinamite, estraevano lo zolfo, poi trasportato a Mina Casualidad e in seguito a Caipe.Mina Julia estremamente esposto ai forti venti andini. Il percorso prevede il passaggio alla stazione abbandonata di Caipe e dei panorami a 360 sul Salar de Arizaro e sul Salar de Rio Grande ed il punto di passaggio pi vicino al Vulcano Llullaillaco 6.735 metri, sulla cui cima una spedizione del National Geographic ha scoperto il santuario andino pi alto del mondo, in cui sono stati ritrovati i corpi dei tre bambini Inca custoditi al Museo MAAM di Salta, perfettamente conservati dal gelo e dallassenza di umidit. Nel tardo pomeriggio rientro a Tolar Grande. Pranzo pic-nic, cena e pernottamento.NB Nel mezzo dellinverno australe la nostra estate, Mina Julia potrebbe risultare irraggiungibile a causa della neve e del gelo. In tal caso ci si ferma a Mina Casualidad, che si trova 1000 metri pi in basso.GIORNO 10I dintorni di Tolar Grande gli Ojos del Mar e la duna nascosta. Attraversiamo il deserto del Labirinto per raggiungere San Antonio de Los Cobres e rientrare a SaltaDedichiamo la mattinata alla scoperta dei dintorni di Tolar Grande. Anche qui le sorprese non mancano e possiamo ammirare gli incantevoli Ojos del Mar, dove una distesa di sale culmina in una serie di pozzi profondi alcuni metri, pieni di acqua molto salina estremamente limpida. Oltre a rappresentare una spettacolare curiosit geologica, questi pozzi vengono studiati in quanto ospitano un raro organismo unicellulare presente in pochissimi luoghi del pianeta. Da l raggiungiamo la zona della duna nascosta, un grande cumulo di sabbia appoggiato a una parete rocciosa, incastonata in un deserto rosso di origine sedimentaria, dalla cui sommit si pu godere di un bel panorama sullarea circostante.Lasciamo Tolar Grande in direzione di San Antonio de los Cobres, percorrendo la pista che attraversa unaltra area intrigante di deserto dalta quota.Il deserto del Labirinto, come suggerisce il nome, un vero e proprio labirinto di formazioni di arenaria a forma di cupole dallintensa colorazione rossa un altro luogo magico celato nelle Ande del Nord-Ovest dellArgentina.Da San Antonio de los Cobres scendiamo verso Salta lungo la Ruta 51, lasciandoci alle spalle laltopiano della Puna e i suoi straordinari scenari.Pranzo in ristorante, in serata rientro a Salta. Cena e pernottamento presso la Finca Valentina o similare.GIORNO 11Volo per Buenos Aires, la capitale pi europea del Sud America, affascinante e seducentePrima colazione e volo per Buenos Aires 11.2513.25, orario soggetto a riconferma. Incontro con la guida locale e giro panoramico della citt, con sosta ai luoghi di maggior interesse.Buenos Aires fu fondata per la prima volta nel 1536, quando vi giunse lesploratore spagnolo Pedro de Mendoza con i suoi battelli e stabil un accampamento lungo il Rio de la Plata. Nel 1580 lesploratore spagnolo Juan de Garay fond una seconda e definitiva volta, la citt col nome di Ciudad de la Santsima Trinidad y Puerto de Nuestra Seora de los Buenos Aires. La citt fu battezzata con questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna. Dalla sua fondazione fino al 1700 Buenos Aires sub diversi attacchi da parte di pirati inglesi, francesi e danesi. Progressivamente acquis maggior prestigio allinterno dellAmerica spagnola tanto da diventare, nel 1776, capitale del Vicereame del Rio de la Plata.Nel 1800 gli inglesi tentarono di impadronirsi ripetutamente della citt, ma senza successo. Buenos Aires cambia completamente nella seconda met del XIX secolo con larrivo di una massiccia immigrazione, soprattutto spagnola e italiana, ma anche tedesca, polacca, russa e mediorientale, favorita dalle condizioni economiche precarie in Europa e dalle politiche del governo argentino, volte a favorire lingresso di nuova manodopera.Limmigrazione italiana fu la prima ad arrivare in modo massiccio. Nel 1887 gli italiani costituivano il 60 dellimmigrazione totale, per poi ridursi percentualmente con laumentare della immigrazione spagnola.Sul fronte interno, lo sviluppo del grande porto di Buenos Aires e il predominio economico corrispondente hanno provocato un periodo di scontri civili. La separazione definitiva tra la citt di Buenos Aires e la provincia avvenuta nel 1880, quando la citt stata dichiarata capitale federale della nazione.Il XX secolo ha visto il consolidarsi dellimmigrazione europea che, con la seconda e la terza generazione, fa ormai parte della classe dirigente. Buenos Aires cresce con le caratteristiche di una grande metropoli. La seconda immigrazione, verificatasi nella seconda met del secolo, vede arrivare sulla scena argentina persone provenienti da altri paesi del Sud America e dellAsia. Laccoglienza sociale di queste nuove minoranze etniche per diversa e le comunit in questione faticano a inserirsi nel tessuto sociale argentino.Oggi attorno alla citt gravita quasi la met della popolazione argentina. Larea metropolitana di Buenos Aires conta infatti circa 14 milioni di abitanti ed la seconda pi grande metropoli dellemisfero sud dopo San Paolo in Brasile.Il centro della citt Plaza de Mayo, nucleo dellinsediamento originale, risalente al 1580, dove si trovano la Casa Rosada il Palazzo Presidenziale, la Cattedrale Metropolitana e il Museo del Cabildo. LAvenida Florida, collega Plaza de Mayo con Plaza Jose de San Martin ed una delle passeggiate pi popolari essendo completamente pedonabile, piena di negozi e di ristoranti.Plaza Jose de San Martin il cuore verde di Buenos Aires. Vi si trovano, oltre a bei palazzi, il monumento al generale San Martin, che realizz lindipendenza argentina e successivamente combatt per quelle del Per e del Cile. Nelladiacente piazza si innalza la Torre Monumentale o degli Inglesi, chiamata cos perch donata dai britannici nel 1909 in occasione del centenario della Rivoluzione di Maggio.Lobelisco, uno dei monumenti principali della capitale, sorge nella Plaza de la Repblica, allintersezione fra Avenida Corrientes e Avenida 9 de Julio e fu costruito per festeggiare il quarto centenario della fondazione della citt. Qui si riuniscono tutte le linee della metropolitana cittadina. Poco distante, sullAvenida 9 de Julio larteria pi larga di Buenos Aires, con il traffico che ne consegue, si pu osservare lelegante e monumentale facciata del Teatro Coln, che occupa un intero isolato.San Telmo il quartiere pi antico di Buenos Aires, facilmente raggiungibile a piedi da Plaza de Mayo percorrendo lAvenida Defensa. E caratterizzato da vie strette, strade acciottolate, bassi edifici in stile coloniale e innumerevoli negozi di antiquariato che gli conferiscono un fascino un po retr. Alla fine del XIX secolo, a causa dellepidemia di febbre gialla che colp la citt, i membri pi abbienti della societ si trasferirono nel vicino quartiere della Recoleta ancora oggi importante quartiere residenziale di classe, e a San Telmo le antiche ville conventillos furono convertite in case popolari per i pi disagiati. Oggi il quartiere attira sempre pi artisti, bohemien, giovani studenti, rendendolo un luogo caratteristico soprattutto la domenica, quando c la feria mercato e si possono acquistare oggetti di ogni tipo e assistere a improvvisati spettacoli di tango in strada.Proseguendo lungo la Avenida Defensa si lascia alle spalle San Telmo e si entra nel vivace e popolare quartiere della Boca, cos chiamato perch nato intorno al porto ormai non pi attivo, che si trova allimboccatura boca della confluenza del Riachuelo con il Rio de la Plata.Il cuore della Boca il Caminito, con le sue caratteristiche case colorate. La zona si svilupp soprattutto grazie agli immigranti genovesi che gli conferirono laspetto attuale. Le case venivano intatti dipinte con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo diventato un motivo di attrazione per i turisti.Ristoranti con tavoli allaperto, spettacoli di tango in strada e negozietti vari completano il vivace quadretto. La Boca anche la sede di una delle squadre di calcio pi famose al mondo, il Boca Juniors, e dello celebre stadio La Bombonera, Al termine del tour panoramico, rientro in hotel.Pranzo e cena liberi per la cena suggeriamo di trascorrere la serata in uno dei numerosi locali che offrono la cena con tango show, che seppur turistici, sono di buon livello e permettono di apprezzare questo patrimonio intangibile peculiare di Buenos Aires. La guida eo laccompagnatore sono a disposizione per suggerimenti e per lorganizzazione della serata.Pernottamento allHotel Kenton Palace 4.GIORNO 12Giornata a disposizione. In serata volo di rientro per lItalia. Pernottamento a bordoPrima colazione in hotel. Giornata a disposizione e pranzo libero. A seconda dellorario del volo, trasferimento in aeroporto e partenza con il volo per il rientro in Italia. Pernottamento a bordo.GIORNO 13ArrivoArrivo in Italia.OMAR FRAGOMENIDal 26 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020 Dal 10 febbraio 2020 al 22 febbraio 2020 Dal 16 novembre 2020 al 28 novembre 2020 Dal 28 dicembre 2020 al 9 gennaio 2021ESPERTO MAMA TOURSDal 1 agosto 2020 al 13 agosto 2020 Dal 13 agosto 2020 al 25 agosto 2020GABRIELE FIORESEDal 12 ottobre 2020 al 24 ottobre 2020PERCH CON Mama ToursSi viaggia in 4x4 con 3 passeggeri a bordo oltre lautista. Posto finestrino garantitoIl viaggio plastic free i partecipanti riempiono la propria borraccia da un contenitore dacqua ricaricabile sempre a disposizione sui mezziAPPROFONDIMENTI DI VIAGGIOLIMPEGNO PER UN TURISMO SOSTENIBILEPromuoviamo lo sviluppo di una coscienza sostenibile da sempre. Da molto prima che la parola sostenibilit diventasse tendenza. Favorire un turismo che non consuma, sfiora e valorizza ci che incontra. Visitare i luoghi cercando di lasciare tracce minime del proprio passaggio sono tra i primi punti della nostra Carta Etica del Viaggio e del Viaggiatore, documento redatto nel 2006 e consegnato a tutti i viaggiatori prima della partenza, - CONTINUA -Pionieri nello scoprire e disegnare itinerari, con uno stile accattivante e un approccio su misura. Luoghi da raccontare, storie da condividere, viaggi da suggerire. Energie per esplorare angoli di mondo in prima persona. E ci che vediamo coi nostri occhi, lo suggeriamo ai nostri amici viaggiatori. Tracciare i percorsi il risveglio dell'emozione, stuzzica i sensi, incuriosisce la mente. Di ogni paese studiamo la storia, la cultura, i popoli e le tradizioni da cui il viaggio prende forma.

 
IL NORD OVEST E LA PUNA
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Linea di viaggio:

Land Expeditions / Viaggi con Esperto

Destinazione:

Argentina

Durata:

13 Giorni

Prezzo a partire da:

€ 4.850

Partecipanti:

Minimo 6 massimo 9 partecipanti

Partenze:

2019

Dal 26 dicembre al 7 gennaio

2020

Dal 10 febbraio al 22 febbraio
Dal 1 agosto al 13 agosto
Dal 13 agosto al 25 agosto
Dal 12 ottobre al 24 ottobre
Dal 16 novembre al 28 novembre
Dal 28 dicembre al 9 gennaio

 

La Puna, una delle ultime frontiere selvagge del Pianeta, è un luogo che ogni appassionato di fotografia vorrebbe immortalare. E che ogni amante di infiniti spazi solitari desidera esplorare. Deserto di altura, ha l’aspetto di un altopiano ma, dal punto di vista geologico, è una cordigliera vulcanica, che corre fra i 3.000 e i 5.000 metri. Il suo paesaggio dalla bellezza lunare, con dune di pietra pomice, lagune colorate, distese di nero basalto, picchi che superano quota - continua -

GIORNO 1

Partenza per Buenos Aires. Pernottamento a bordo

Partenza in serata da Roma per Buenos Aires. Pasti e pernottamento a bordo.

GIORNO 2

Arrivo e volo per Salta. Visita della città e del Museo MAAM

Arrivo a Buenos Aires e connessione con il volo per Salta (06.40/08.55, orario soggetto a riconferma). Accoglienza e trasferimento in hotel. La mattinata è a disposizione per riposarsi.

 

Pranzo in ristorante e visita della città. La bella Salta, di stile coloniale, è la meta d’elezione di molti viaggiatori. Fondata nel 1582, è adagiata in una conca circondata da picchi verdeggianti. Nonostante la città si sia espansa considerevolmente, quasi tutti i luoghi d’interesse si concentrano nel raggio di pochi isolati dalla centrale Plaza 9 de Julio. Qui si concentrano i principali edifici storici tra cui l’imponente Cattedrale e il Cabildo. Due isolati a est della piazza si staglia l’edificio color giallo e cremisi della Chiesa di San Francesco, una delle più belle chiese cattoliche del nord, divenuta il simbolo di Salta. Combina dettagli ornamentali barocchi e neoclassici e custodisce diverse statue oggetto di grande venerazione locale.

 

Salta ospita il più importante e interessante museo dell’Argentina settentrionale, che non manchiamo di visitare. Il Museo Archeologico di Alta Montagna (MAAM) offre un eccellente panorama della cultura Inca. Il fiore all’occhiello del museo è costituito dai corpi mummificati dei tre bambini, offerti in sacrificio rituale, rinvenuti nel 1999 sulla cima del Vulcano Llullaillaco (6.735 metri di altitudine) nel corso di una spedizione. I corpi vengono esposti a turno ogni sei mesi per permetterne la conservazione. Gli oggetti funerari lasciati accanto ai fanciulli colpiscono per la loro freschezza, i colori appaiono vivaci come nel giorno in cui furono realizzati. Le illas, statuette votive raffiguranti animali e persone, sono d’argento, d’oro, di madreperla e di onice e molte di esse sono rivestite di stoffa.

 

Cena e pernottamento alla Finca Valentina o similare.

GIORNO 3

Partenza verso il Parco Nazionale Los Cardones e il piccolo deserto Los colorados. Nel pomeriggio visita di Cachi e del Camino de Los Artesanos. arrivo a Molinos

Prima colazione e partenza lungo la Ruta 33 che collega Salta a Cachi, tramite la Cuesta de Obisbo. In meno di 100 km, si attraversano ben cinque diversi ecosistemi, tra valli colorate e montagne di velluto color verde, circondati dal Cerro Turrion, sulla cui cima nidificano colonie di condor.

 

Siamo nelle Valli Calchaquíes che sono tra le più affascinanti e meno turistiche località dell’Argentina, una combinazione affascinante di aspri paesaggi, artigianato tradizionale, piccoli villaggi di adobe e alcuni dei migliori vini del Paese. A suo tempo, la popolazione indigena diaguita (calchaquí) di queste valli oppose una strenua resistenza al dominio spagnolo. Nel XVII secolo, gli spagnoli tentarono due volte di imporre il lavoro forzato ai diaguita, ma si ritrovarono a dover mantenere sul posto degli uomini armati per impedire ai nativi di coltivare i loro campi e attaccare i convogli merci. Entriamo nel Parco Nazionale Los Cardones che si estende per circa 650 km² su entrambi i lati della Ruta 33. Il parco prende il nome dal cactus a candelabro, noto comunemente con il nome di cardón. In assenza di foreste, il cardón rappresenta da sempre un’importante fonte di legname per la fabbricazione di travi, porte, finestre e il suo uso molto comune si osserva sia nelle attuali abitazioni indigene sia nelle chiese di epoca coloniale della regione. Nelle vicinanze s’incontra il piccolo deserto Los Colorados e si può osservare il nevado di Cachi, una delle montagne più alte delle Americhe (6.400 metri). Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio si arriva a Cachi, un piccolo villaggio immerso in uno straordinario paesaggio. Le vie pavimentate a ciottoli, la bella piazzetta e il camino de Los Artisanos, dove si possono acquistare i migliori poncho della regione, la rendono una sosta piacevole. In tarda serata si giunge a Molinos, piccolo villaggio coloniale con oltre tre secoli di storia a 2.200 metri di altitudine. Il villaggio deve il suo nome al mulino per la macinazione del grano, tuttora in funzione sul rio Calchaquí. Cena e pernottamento nell’hotel Hacienda de Molinos o similare.

GIORNO 4

La Ruta 40, la Quebrada de Las Flechas, la Quebrada de Las Conchas e Cafayate, centro di produzione di ottimi vini d'altura

Dopo la colazione, ci inoltriamo nella Ruta 40 che attraversa la Quebrada de Las Flechas, un paesaggio di montagne di limo e polvere di quarzo, sagomate dal vento a dalle spinte delle Ande, a formare migliaia di colline a forma di punte di frecce. Le sue origini risalgono a un periodo tra 15 e 20 milioni di anni fa, quando dei grandi blocchi di rocce cominciarono ad elevarsi sul bordo della Puna. Placche sedimentari che si trovano alla base del terreno furono spaccate dall’innalzamento delle montagne, le cui estremità si inclinarono formando delle punte rivolte verso il cielo. In seguito, l’erosione affilò queste punte dando loro la forma che possiamo ammirare oggi.

 

Pranzo in ristorante locale. Il pomeriggio è dedicato alla visita della Quebrada de Las Conchas (o Quebrada de Cafayate), un territorio selvaggio fatto di arenaria dai colori intensi e formazioni rocciose incredibili. Si tratta di una frattura della crosta terrestre, scavata dal Rio de las Conchas, lunga più di 85 chilometri, con alcuni tra i più imponenti depositi sedimentari del Nord-Ovest dell’Argentina, in particolare di gesso e argilla. Qui, tra 20 e 40 milioni di anni fa, la terra era ricoperta d’acqua e in alcuni punti arrivava il mare dal Pacifico. Da questo deriva il nome Conchas (conchiglie), i cui fossili sono stati ritrovati in gran quantità. Cafayate, la nostra meta finale della giornata, è una piacevolissima cittadina, ormai turistica, situata nel cuore delle Valli Calchaquíes. Qui le uve maturano lentamente e si producono vini di ottima qualità. Intorno a questa attività, la vita scorre tranquilla.

 

Cena e pernottamento al Wine Resort Viñas de Cafayate o similare.

GIORNO 5

Verso sud lungo la ruta 40 fino all'oasi di Hualfin e poi ci addentriamo nella Puna più remota tra branchi di vigogne, lagune e i vulcani più alti del pianeta fino ad arrivare all'oasi di El Penon

Dopo la colazione, raggiungiamo le rovine dell’antico insediamento dei Quilmes, nella Valle di Santa Maria. Gli appartenenti a questa agguerrita tribù difesero i loro territori per più di un secolo, lottando contro i conquistadores spagnoli, che alla fine li sottomisero nel 1665. In quell’anno furono deportati per ordine del Governatore del Tucumán, e abbandonate le loro terre, raggiunsero a piedi le sponde del Río de la Plata. Nel 1812 tutti gli abitanti della tribù erano spariti, poiché, dopo la sottomissione, non vollero lasciare discendenti. Camminando tra i resti degli insediamenti precolombiani potremo farci un’idea di come viveva questo popolo, osservando quel che resta di quelle che una volta erano le loro case, piazze e zone coltivate. Per una visione globale del sito e per apprezzarlo pienamente, vale la pena salire sulla cima della collina.

 

Partiamo poi in direzione sud lungo la Ruta 40 fino ad arrivare all’oasi di Hualfin, un villaggio di circa 1000 abitanti dediti alla viticoltura e dall’aspetto sorprendentemente verde e fertile, nonostante sia circondato da un territorio arido a spoglio.

 

Pranzo a Hualfin. Dall’oasi si sale lungo la Ruta 43 verso la Puna più remota, che racchiude i più bei deserti delle Ande. Il paesaggio diventa progressivamente sempre più desertico, le nuvole infatti sono presto destinate ad essere bloccate dalle montagne più alte. Raggiunti i 3000 metri di altitudine, compaiono alcune spettacolari dune di sabbia. Percorriamo gli ultimi 90 km di strada tra branchi di vigogne, lagune e paesaggi sempre più spettacolari fino ad arrivare all’oasi di El Peñón, attorno alla quale sorge il piccolo villaggio. El Peñón è la perfetta base di partenza per l’esplorazione dei tanti luoghi interessanti presenti nella zona e per questo vi pernottiamo tre notti consecutive. Con i suoi 3400 metri di altitudine, rappresenta inoltre il luogo ideale per acclimatarsi gradualmente all'alta quota. Cena e pernottamento nella semplice, ma funzionale Hosteria El Peñón. L’hosteria dispone unicamente di 8 camere, pertanto non sempre è possibile garantire la disponibilità della camera singola e potrà essere richiesta la condivisione per le notti che si trascorrono qui. L’elettricità è disponibile all’hosteria e in tutto il paese dalle 17.00 alle 24.00; si raccomanda di dosare l’acqua calda affinché ce ne sia a sufficienza per tutti.

GIORNO 6

Alla scoperta dell'area intorno all'oasi di El Penon: il deserto di pietra pomice, il deserto di dune bianche e la Laguna Carachi Pampa

Il paesaggio attorno al villaggio di El Peñón è spettacolare e basta percorrere pochi chilometri per ritrovarsi in luoghi che sembrano appartenere ad altri pianeti, dove rocce e minerali sono messi a nudo dalla quasi totale assenza di vegetazione. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura incontaminata e selvaggia!

 

Dopo la colazione, lasciamo l’oasi di El Peñón e ci addentriamo nel Campo de Piedra Pomez (deserto di pietra pomice) e delle dune bianche.

 

Siamo a 3.000 metri e questo è sicuramente un deserto unico al mondo, la maggior concentrazione di pietra pomice, solo in parte erosa dal vento, che ha formato una città d’infiniti monoliti dello stesso minerale, con colorazioni che vanno dal bianco all’ocra. Serpeggiamo in fuoristrada e passeggiamo a piedi tra migliaia di blocchi di pietra pomice, disseminati su di un’area di 150 chilometri quadrati. L’attività vulcanica della regione la rende particolarmente ricca di risorse minerarie: borace, zolfo, litio… Un luogo surreale ed emozionante, conseguenza di una grande esplosione vulcanica di tipo pliniano.

 

Poco lontano dune di sabbia bianca si stagliano contro montagne dalla cima innevata e, ancora oltre, i rilievi del Filo Rojo fanno da sfondo al Vulcano Carachi Pampa e alla sua bella laguna.

 

Pranzo pic-nic. Rientro a El Peñón per la cena e il pernottamento.

GIORNO 7

La Laguna Grande e il cratere del Vulcano Galan con le sue lagune colorate

Un’altra giornata dedicata a esplorare luoghi remoti e di una bellezza incredibile.

 

Ci dirigiamo verso la pista che conduce al Vulcano Galan, dove si incontra lo spettacolo offerto dalla Laguna Grande, un lago salino posto a oltre 4000 metri d’altitudine. Le sue acque in primavera vengono liberate dalla morsa dei ghiacci e diventano luogo di ritrovo per una moltitudine di uccelli, in particolare i fenicotteri, quello della Puna (Piccolo Parina) e quello andino, che si possono osservare generalmente da settembre a fine aprile.

 

Sebbene il Vulcano Galan si trovi a circa 75 km di distanza da El Peñón, la pista per arrivarci è impegnativa, costringendo i veicoli ad avanzare lentamente.

 

Siamo in una delle zone più disabitate, aride e remote dell’Argentina, che ospita più di 200 vulcani. Il posto d’onore è tenuto dal Cerro Galan, antico vulcano dal cuore ancora attivo, ma quiescente, che raggiunge la ragguardevole altezza di 5.912 metri e s’innalza all’interno dell’enorme caldera di circa 40 km di diametro.

 

Ci dirigiamo verso l’interno della caldera, posta a circa 4.700 metri d’altitudine, in cui sono presenti alcune lagune colorate per la presenza di alghe e sali minerali che ospitano piccoli ecosistemi, habitat di volpi, fenicotteri e vigogne. La Laguna Diamante, all'interno della caldera, non ospita fenicotteri in quanto le sue acque sono ricche di arsenic e dunque velenose. La colorazione azzurrina si deve tuttavia alla presenza di boro.

 

Pranzo pic-nic. Rientro a El Peñón per la cena e il pernottamento.

GIORNO 8

Attraversamento del cuore desertico delle Ande, dai pascoli di Antofagasta de la Sierra ai deserti di argilla di Tolar Grande. Nel mezzo il Salar de Arizaro e il Cono de Arita

Oggi ci attende un epico attraversamento del cuore desertico delle Ande, dai pascoli di Antofagasta de la Sierra, circondati da campi recenti di basalto, alle distese di sale e ai deserti di argilla di Tolar Grande.

 

Nel mezzo, la piccola oasi di Antofalla, che conta poche decine di abitanti dediti soprattutto alla pastorizia e all’agricoltura, e la ancor più piccola oasi di Antofallita. Attraversiamo un paesaggio lunare a quote comprese tra 3000 e 4000 metri. Spettacolare la visione del cono vulcanico di Arita, che si erge solitario nel Salar de Arizaro, il secondo giacimento di sale più grande del pianeta, dopo quello di Uyuni in Bolivia.

 

Arriviamo infine al piccolo paese ferroviario di Tolar Grande, un luogo dal fascino antico. Pranzo pic-nic e cena in ristorante locale.

 

Pernottamento alla semplice Hosteria Casa Andina. L’Hosteria Casa Andina dispone unicamente di 6 camere, pertanto non sempre è possibile garantire la disponibilità della camera singola e potrà essere richiesta la condivisione per le notti che si trascorrono qui.

GIORNO 9

Escursione a Mina Casualidad e a Mina Julia a 5.180 metri, con vista mozzafiato sul Salar de Arizaro e sul Salar de Rio Grande

Anche oggi non smetteremo di stupirci di fronte alla grandiosità del paesaggio e alla bellezza della natura. Faremo, condizioni meteo permettendo, un’escursione quasi a toccare le nuvole…

 

Ci dirigiamo verso Mina Casualidad (4.200 metri) percorrendo una strada asfaltata che si snoda tra montagne colorate e antichi coni vulcanici. Può sembrare strano trovare una strada asfaltata in un luogo così remoto e deserto. La strada collegava per una distanza di 80 chilometri la città di Mina Casualidad, dove veniva lavorato lo zolfo, con il villaggio di Caipe, dove i minerali continuavano il loro viaggio sulla ferrovia che collegava l'Argentina al Cile attraverso le Ande. Durante il periodo di massima attività, Mina Casualidad contava quasi 3000 abitanti. Della città, abbandonata dopo la chiusura della miniera di zolfo, ora non restano che le rovine depredate di tetti, infissi, e qualunque altra cosa potesse essere portata via. Anche Caipe è un villaggio fantasma, dove rimangono ancora i resti dell’edificio della vecchia stazione ferroviaria.

 

Mentre ci avviciniamo alle montagne, osserviamo le tonalità di giallo che si vedono sulla cima, dovute appunto alla presenza di grandi quantità di zolfo.

 

La nostra meta del giorno è proprio una di quelle vette, a quota 5.180 metri, dove fino al 1976 esisteva il piccolo villaggio minerario di Mina Julia in cui vivevano oltre 200 minatori che, con piccone e dinamite, estraevano lo zolfo, poi trasportato a Mina Casualidad e in seguito a Caipe.

 

Mina Julia è estremamente esposto ai forti venti andini. Il percorso prevede il passaggio alla stazione abbandonata di Caipe e dei panorami a 360° sul Salar de Arizaro e sul Salar de Rio Grande ed è il punto di passaggio più vicino al Vulcano Llullaillaco (6.735 metri), sulla cui cima una spedizione del National Geographic ha scoperto il santuario andino più alto del mondo, in cui sono stati ritrovati i corpi dei tre bambini Inca custoditi al Museo MAAM di Salta, perfettamente conservati dal gelo e dall’assenza di umidità. Nel tardo pomeriggio rientro a Tolar Grande. Pranzo pic-nic, cena e pernottamento.

 

NB: Nel mezzo dell’inverno australe (la nostra estate), Mina Julia potrebbe risultare irraggiungibile a causa della neve e del gelo. In tal caso ci si ferma a Mina Casualidad, che si trova 1000 metri più in basso.

GIORNO 10

I dintorni di Tolar Grande: gli Ojos del Mar e la duna nascosta. Attraversiamo il deserto del Labirinto per raggiungere San Antonio de Los Cobres e rientrare a Salta

Dedichiamo la mattinata alla scoperta dei dintorni di Tolar Grande. Anche qui le sorprese non mancano e possiamo ammirare gli incantevoli Ojos del Mar, dove una distesa di sale culmina in una serie di pozzi profondi alcuni metri, pieni di acqua molto salina estremamente limpida. Oltre a rappresentare una spettacolare curiosità geologica, questi pozzi vengono studiati in quanto ospitano un raro organismo unicellulare presente in pochissimi luoghi del pianeta. Da lì raggiungiamo la zona della “duna nascosta”, un grande cumulo di sabbia appoggiato a una parete rocciosa, incastonata in un deserto rosso di origine sedimentaria, dalla cui sommità si può godere di un bel panorama sull’area circostante.

 

Lasciamo Tolar Grande in direzione di San Antonio de los Cobres, percorrendo la pista che attraversa un’altra area intrigante di deserto d’alta quota.

 

Il deserto del Labirinto, come suggerisce il nome, è un vero e proprio labirinto di formazioni di arenaria a forma di cupole dall’intensa colorazione rossa; un altro luogo magico celato nelle Ande del Nord-Ovest dell’Argentina.

 

Da San Antonio de los Cobres scendiamo verso Salta lungo la Ruta 51, lasciandoci alle spalle l’altopiano della Puna e i suoi straordinari scenari.

 

Pranzo in ristorante, in serata rientro a Salta. Cena e pernottamento presso la Finca Valentina o similare.

GIORNO 11

Volo per Buenos Aires, la capitale più europea del Sud America, affascinante e seducente

Prima colazione e volo per Buenos Aires (11.25/13.25, orario soggetto a riconferma). Incontro con la guida locale e giro panoramico della città, con sosta ai luoghi di maggior interesse.

 

Buenos Aires fu fondata per la prima volta nel 1536, quando vi giunse l’esploratore spagnolo Pedro de Mendoza con i suoi battelli e stabilì un accampamento lungo il Rio de la Plata. Nel 1580 l'esploratore spagnolo Juan de Garay fondò una seconda e definitiva volta, la città col nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. La città fu battezzata con questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna. Dalla sua fondazione fino al 1700 Buenos Aires subì diversi attacchi da parte di pirati inglesi, francesi e danesi. Progressivamente acquisì maggior prestigio all'interno dell'America spagnola tanto da diventare, nel 1776, capitale del Vicereame del Rio de la Plata.

 

Nel 1800 gli inglesi tentarono di impadronirsi ripetutamente della città, ma senza successo. Buenos Aires cambia completamente nella seconda metà del XIX secolo con l'arrivo di una massiccia immigrazione, soprattutto spagnola e italiana, ma anche tedesca, polacca, russa e mediorientale, favorita dalle condizioni economiche precarie in Europa e dalle politiche del governo argentino, volte a favorire l'ingresso di nuova manodopera.

 

L'immigrazione italiana fu la prima ad arrivare in modo massiccio. Nel 1887 gli italiani costituivano il 60% dell'immigrazione totale, per poi ridursi percentualmente con l'aumentare della immigrazione spagnola.

 

Sul fronte interno, lo sviluppo del grande porto di Buenos Aires e il predominio economico corrispondente hanno provocato un periodo di scontri civili. La separazione definitiva tra la città di Buenos Aires e la provincia è avvenuta nel 1880, quando la città è stata dichiarata "capitale federale" della nazione.

 

Il XX secolo ha visto il consolidarsi dell'immigrazione europea che, con la seconda e la terza generazione, fa ormai parte della classe dirigente. Buenos Aires cresce con le caratteristiche di una grande metropoli. La seconda immigrazione, verificatasi nella seconda metà del secolo, vede arrivare sulla scena argentina persone provenienti da altri paesi del Sud America e dell'Asia. L'accoglienza sociale di queste nuove minoranze etniche è però diversa e le comunità in questione faticano a inserirsi nel tessuto sociale argentino.

 

Oggi attorno alla città gravita quasi la metà della popolazione argentina. L'area metropolitana di Buenos Aires conta infatti circa 14 milioni di abitanti ed è la seconda più grande metropoli dell’emisfero sud dopo San Paolo in Brasile.

 

Il centro della città è Plaza de Mayo, nucleo dell’insediamento originale, risalente al 1580, dove si trovano la Casa Rosada (il Palazzo Presidenziale), la Cattedrale Metropolitana e il Museo del Cabildo. L’Avenida Florida, collega Plaza de Mayo con Plaza Jose de San Martin ed è una delle passeggiate più popolari essendo completamente pedonabile, piena di negozi e di ristoranti.

 

Plaza Jose de San Martin è il cuore verde di Buenos Aires. Vi si trovano, oltre a bei palazzi, il monumento al generale San Martin, che realizzò l'indipendenza argentina e successivamente combatté per quelle del Perù e del Cile. Nell’adiacente piazza si innalza la Torre Monumentale o degli Inglesi, chiamata così perché donata dai britannici nel 1909 in occasione del centenario della Rivoluzione di Maggio.

 

L’obelisco, uno dei monumenti principali della capitale, sorge nella Plaza de la República, all'intersezione fra Avenida Corrientes e Avenida 9 de Julio e fu costruito per festeggiare il quarto centenario della fondazione della città. Qui si riuniscono tutte le linee della metropolitana cittadina. Poco distante, sull’Avenida 9 de Julio (l’arteria più larga di Buenos Aires, con il traffico che ne consegue), si può osservare l’elegante e monumentale facciata del Teatro Colòn, che occupa un intero isolato.

 

San Telmo è il quartiere più antico di Buenos Aires, facilmente raggiungibile a piedi da Plaza de Mayo percorrendo l’Avenida Defensa. E’ caratterizzato da vie strette, strade acciottolate, bassi edifici in stile coloniale e innumerevoli negozi di antiquariato che gli conferiscono un fascino un po’ retrò. Alla fine del XIX secolo, a causa dell’epidemia di febbre gialla che colpì la città, i membri più abbienti della società si trasferirono nel vicino quartiere della Recoleta (ancora oggi importante quartiere residenziale di classe), e a San Telmo le antiche ville (conventillos) furono convertite in case popolari per i più disagiati. Oggi il quartiere attira sempre più artisti, bohemien, giovani studenti, rendendolo un luogo caratteristico soprattutto la domenica, quando c’è la feria (mercato) e si possono acquistare oggetti di ogni tipo e assistere a improvvisati spettacoli di tango in strada.

 

Proseguendo lungo la Avenida Defensa si lascia alle spalle San Telmo e si entra nel vivace e popolare quartiere della Boca, così chiamato perché è nato intorno al porto ormai non più attivo, che si trova all'imboccatura (boca) della confluenza del Riachuelo con il Rio de la Plata.

 

Il cuore della Boca è il Caminito, con le sue caratteristiche case colorate. La zona si sviluppò soprattutto grazie agli immigranti genovesi che gli conferirono l'aspetto attuale. Le case venivano intatti dipinte con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti.

 

Ristoranti con tavoli all’aperto, spettacoli di tango in strada e negozietti vari completano il vivace quadretto. La Boca è anche la sede di una delle squadre di calcio più famose al mondo, il Boca Juniors, e dello celebre stadio La Bombonera, Al termine del tour panoramico, rientro in hotel.

 

Pranzo e cena liberi (per la cena suggeriamo di trascorrere la serata in uno dei numerosi locali che offrono la cena con tango show, che seppur turistici, sono di buon livello e permettono di apprezzare questo patrimonio intangibile peculiare di Buenos Aires. La guida e/o l’accompagnatore sono a disposizione per suggerimenti e per l’organizzazione della serata).

 

Pernottamento all’Hotel Kenton Palace 4*.

GIORNO 12

Giornata a disposizione. In serata volo di rientro per l'Italia. Pernottamento a bordo

Prima colazione in hotel. Giornata a disposizione e pranzo libero. A seconda dell’orario del volo, trasferimento in aeroporto e partenza con il volo per il rientro in Italia. Pernottamento a bordo.

GIORNO 13

Arrivo

Arrivo in Italia.

OMAR FRAGOMENI

Dal 26 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020
Dal 10 febbraio 2020 al 22 febbraio 2020
Dal 16 novembre 2020 al 28 novembre 2020
Dal 28 dicembre 2020 al 9 gennaio 2021

ESPERTO MAMA TOURS

Dal 1 agosto 2020 al 13 agosto 2020
Dal 13 agosto 2020 al 25 agosto 2020

GABRIELE FIORESE

Dal 12 ottobre 2020 al 24 ottobre 2020

PERCHÈ CON Mama Tours

Si viaggia in 4x4 con 3 passeggeri a bordo oltre l’autista. Posto finestrino garantito

Il viaggio è plastic free: i partecipanti riempiono la propria borraccia da un contenitore d’acqua ricaricabile sempre a disposizione sui mezzi

 

APPROFONDIMENTI DI VIAGGIO

L’IMPEGNO PER UN TURISMO SOSTENIBILEPromuoviamo lo sviluppo di una coscienza sostenibile da sempre. Da molto prima che la parola sostenibilità diventasse tendenza. Favorire un turismo che non consuma, sfiora e valorizza ciò che incontra. Visitare i luoghi cercando di lasciare tracce minime del proprio passaggio sono tra i primi punti della nostra “Carta Etica del Viaggio e del Viaggiatore”, documento redatto nel 2006 e consegnato a tutti i viaggiatori prima della partenza, - CONTINUA -


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